TeAm, i vertici fanno ricorso all'arbitrato per riscuotere i crediti dal 'socio' Comune

TERAMO – Sarà un collegio di avvocati, nominato dal presidente del tribunale di Teramo, a dirimere il nodo dei crediti che la Teramo Ambiente vanta dal Comune di Teramo e che ammontano a circa 3,7 milioni di euro (oltre agli interessi maturati). Come avevamo anticipato nei giorni scorsi (leggi qui) forse anche come gesto di autotutela Bozzelli nei confronti della richiesta di dimissioni fattagli dal sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto,  il presidente Pietro Bozzelli e l’amministratore delegato Pietro Pelagatti hanno depositato una richiesta di arbitrato al tribunale. Prima di andare avanti, dunque, e a sole 48 ore dall’assemblea dei soci della TeAm che avrebbe dovuto discutere di importanti, se non decisive, azioni da intraprendere per il futuro della municipalizzata, arriva la ‘bomba’ che il sindaco D’Alberto avrebbe voluto evitare in tutti i modi. Perché invece dell’atteso, e forse scongiurato, decreto ingiuntivo, i vertici della Teramo Ambiente hanno scelto la strada dell’alternativa più veloce ma più ‘impattante’ sotto il profilo amministrativo per chiarire le posizioni debitorie. D’ora in poi tutto quello che accadrà all’interno della società dei servizi per l’igiene ambientale sarà regolato da questo arbitrato. E non è cosa da poco. Il Comune a breve si ritroverà con un fardello impositivo (che però potrà impugnare) che aggraverà ancor più il suo bilancio. Da un lato i vertici della TeAm hanno voluto mettersi al riparo da qualsiasi responsabilità amministrativa e di gestione, considerato che il debito si trascina da troppo tempo, dall’altra il presidente Bozzelli ha forse voluto rispondere così alla richiesta di farsi da parte. E adesso quale scenario si apre? Difficile prevederlo, ma con ogni probabilità il sindaco potrebbe anche procedere con la revoca dei due amministratori di nomina comunale all’interno del Cda (il presidente Bozzelli e la consigliera Elda Forcella), il che comporterebbe la decadenza dell’intero Cda, compreso Pelagatti che è di nomina privata. Per poi procedere a nuove nomine.